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COP22 – La delegazione della Coalizione Clima incontra il Ministro Galletti

Nel pomeriggio di giovedì 17 novembre la delegazione italiana di associazioni appartenenti alla Coalizione Clima ha incontrato a Marrakech il Ministro dell’Ambiente Galletti, che rappresenta l’Italia nell’ambito della Cop22.

Presenti rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil e Uil, della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori e delle associazioni A Sud, Rete della Conoscenza, Studenti per l’Ambiente, Cospe, Fairwatch, Legambiente, Wwf, Italian Climate Network, Arci, Giornalisti nell’Erba ed Istituto Paride Baccarini.

La delegazione ha presentato i principali punti contenuti nel documento unitario diffuso dalla Coalizione  prima dell’avvio della Conferenza di Marrakech, i cui punti principali chiedono di:

  • contribuire fattivamente al ruolo di leadership dell’Europa nell’attuazione dell’Accordo di Parigi;
  • realizzare una strategia e un piano per la decarbonizzazione al 2050;
  • riscrivere la SEN;
  • aumentare gli impegni relativi alle azioni di riduzione delle emissioni di gas serra e all’adattamento;
  • implementare azioni per rendere effettivi i principi contenuti nel preambolo dell’Accordo di Parigi, tra cui Diritti umani, giusta transizione dei lavoratori ed equità intergenerazionale;
  • implementare veri processi partecipativi e democratici con il coinvolgimento delle comunità locali e delle parti sociali;
  • definire con certezza gli impegni finanziari e tecnologici del Fondo verde per il Clima.

Altre richieste specifiche contenute nel documento riguardano l’Italia (nuovo piano industriale “Industria 4.0” e la richiesta di non mantenere una impossibile “neutralitá tecnologica”, puntando invece decisamente su efficienza energetica e rinnovabili, nonché  il piano per la manutenzione del territorio.

(Il doc completo è scaricabile qui: https://www.coalizioneclima.it/marrakech-2016-azioni-concrete-clima-la-giustizia-sociale/)

Gli interventi dei partecipanti si sono concentrati su diversi degli aspetti su elencati, cui si aggiungono la necessità di varare in tempi certi una road map per la decarbonizzazione e piani di adattamento, la necessità di garantire la coerenza tra politiche nazionali e impegni assunti in sede internazionale, la provenienza dei fondi italiani destinati al Climate Green Fund e gli indirizzi relativi al loro utilizzo, la relazione tra trattati di libero scambio e azione climatica, le proposte del governo per l’inclusione della società civile nel disegno dei piani di azione, la maggior ambizione da garantire all’ NDC nazionale.

Nel suo intervento Galletti ha affermato di ritenere irreversibile l’accordo, come già dichiarato nello statement di stamani in plenaria, argomentando che tale irreversibilità è data in primo luogo proprio dalla pressione dell’opinione pubblica. La Coalizione Clima precisa a tal proposito che il ruolo realmente ricoperto in Italia dalla società civile attiva sulle tematiche connesse al cambiamento climatico non é adeguatamente riconosciuto: gli spazi di concertazione reale sono inesistenti e la mera consultazione è elemento ad oggi non sufficiente a garantire una reale inclusione delle istanze e delle proposte delle organizzazioni sociali nel varo delle politiche climatiche ed ambientali.

Secondo Galletti, altrettanto irreversibile risulterebbe “la via dell’ambientalizzazione in italia”. In questo caso “la motivazione non è solo morale ed etica ma economica”. Queste affermazioni non trovano solo parziale riscontro riscontro nella realtà italiana: il movente economico come ratio del cambiamento di paradigma necessario a salvare il pianeta dal caos climatico è da considerarsi limitato in assenza di una politica nazionale di indirizzo. In merito i convenuti hanno espresso preoccupazioni circa l’efficacia delle politiche energetiche, infrastrutturali ed industriali del paese e circa l’efficacia operativa dell’accordo.

Su questo ultimo punto, il Ministro ha precisato che il Paris Agreement “potrá essere reso piú efficace in futuro dai meccanismi di governance previsti dal testo”.  Si è inoltre impegnato ad opporsi come governo all’abolizione della priorità di dispacciamento nella nuova direttiva sulle rinnovabili. Sulle sanzioni, ha precisato che esse non sono né saranno previste in quanto non parte del framework Onu. Ci saranno invece sanzioni a livello europeo qualora i paesi Ue non rispettassero i target di riduzione previsti dall’Effort Sharing.

Il Ministro ha rimandato la maggior parte dei temi sottoposti alla sua attenzione a prossime occasioni di confronto, esprimendo disponibilità a rivedere la delegazione al ritorno in Italia.

Ha inoltre confermato l’impegno a aprire a breve un tavolo di confronto formale con le organizzazioni sindacali sui temi oggetto dell’incontro, con particolare riferimento alla giusta transizione dei lavoratori, in coerenza con i documenti del sindacato europeo e internazionali.

Nel quadro attuale, e ancor più dopo Marrakech, il ruolo di stimolo e controllo della società civile e delle parti sociali rispetto ai governi nazionali avrà importanza cruciale per perseguire gli impegni assunti.

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