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Accordo di Parigi sul clima

 

In risposta al diffuso interesse per capire davvero se e come l’Accordo di Parigi sia l’inizio di una nuova era di mobilitazione accelerata di politica, società civile, settori economici per il clima, è disponibile finalmente nella nostra lingua la sua traduzione.

Più si va in alto nelle sfere politiche, economiche e sociali, meno l’inglese è conosciuto – tanto meno l’inglese tecnico-diplomatico dei negoziati climatici.

Nel caso del Protocollo di Kyoto ci vollero diversi anni prima che il Ministero dell’Ambiente uscisse con una traduzione; la sua ratificazione in Italia richiese circa cinque anni.

Si può nutrire la speranza che stavolta si possa non perdere tempo e che, con un dibattito giustamente franco e senza peli sulla lingua, si verifichi un’adesione non formale allo sforzo internazionale codificato dall’Accordo.

Ma è importante che esso venga conosciuto non solo nelle alte sfere. Il valore pratico dell’Accordo e la sua capacità di cambiare il futuro dipendono infatti dalle azioni di elettori, cittadini, consumatori, imprese, istituzioni finanziarie e sistemi territoriali. La loro capacità di trarre ispirazione nel testo e trovare connessioni coi propri ambiti d’azione può aiutarli a compiere gesti unilaterali. Se poi tutti abbiamo letto e condiviso punti precisi, il comune sentire della direzione da perseguire e degli strumenti da mettere in campo permetterà agli sforzi individuali, magari dichiarati pubblicamente sul portale delle Nazioni Unite dedicato ai soggetti non statali (http://climateaction.unfccc.int/), di collegarsi tra loro e facilitarsi vicendevolmente.

In terzo luogo, il meccanismo di rilancio continuo verso l’alto dell’ambizione e grado di dettaglio degli impegni degli Stati richiederà una società civile esigente, pronta a esigere il rispetto dello spirito e della lettera dell’Accordo e quindi a punire i responsabili politici ed economici che si mettono di traverso ed a premiare chi dimostra di perseguire – e li dichiara in anticipo – obiettivi radicali.

La traduzione è accompagnata da un commento riga per riga (o quasi), che restituisce al lettore il contesto e il contrasto con altre opzioni o possibilità, rendendo il testo vivo e comprensibile.

Il tutto ad opera di Valentino Piana, economista che ha partecipato non solo alla COP di Parigi ma anche a quella di Copenaghen, dove ha presentato un libro di “Politiche economiche innovative per la mitigazione del cambiamento climatico” e le ha poi applicate ai temi degli ecoquartieri, della transizione energetica e della mobilità elettrica.

La traduzione dell’Accordo di Parigi è disponibile dal sito www.accordodiparigi.it, da cui si può ordinare la versione a stampa o scaricare la versione PDF.

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